When J. came to play – Il secondo avvento

Forse è arrivato il tanto atteso salto quantico. “WHEN J. CAME TO PLAY“, tra qualche mese, sarà disponibile nelle migliori librerie del pianeta, grazie all’opera munifica dell’editore Arpeggio Libero e allo spirito libertario e combattivo di un grande uomo, mio amico. Furio Thot. E non lo dico di certo per piaggeria, ma perché se in questa valle di lacrime ci fossero più uomini come lui, si sorriderebbe di più.

When J. came to play - Arpeggio LiberoVorrei fare delle brevi considerazioni in merito. Questa splendida notizia arriva a ridosso di un evento doloroso. La settimana scorsa è venuto a mancare un mio carissimo amico, forse uno dei pochi che, oltre all’accezione, ne merita a pieno il titolo. È stato il primo, nella sfera delle amicizie, ad avere acquistato e letto il romanzo auto pubblicato sul sito ilmiolibro.
Avrei voluto scrivere qualcosa a riguardo, magari sul sito dell’Associazione, ma avevo le dita troppo consumate dal dolore per farlo. Tuttavia, in questi momenti di fragilità spirituale, spesso si fanno i conti con le proprie sensazioni. Si rimettono in gioco radicate credenze, e nonostante ci si sforzi di mantenere un profilo basso, per non lasciarsi ottundere dalla sofferenza, alcuni incastri, ritenuti visionari, d’un tratto trovano la loro perfetta collocazione nell’ordine delle cose.

Mi domando sovente quanto probabili siano le intrusioni e gli interventi in questo mondo, da parte di forze che operano di concerto nell’altra dimensione. I fili sono invisibili, è vero, ma pare proprio che in alcuni casi essi siano più tangibili che mai.

Che in questa storia ci sia lo zampino di mia sorella e di Giuseppe? Beh, considerate le circostanze, sono liberissimo di crederlo. E non per un mero fattore di necessità, ma per un’inevitabile unione di puntini. D’altronde ho sempre sospettato che in realtà i sogni, non fossero solo e semplicemente sogni.

Tu ritornerai!

Sorella.
Cuore del mio cuore.
Sangue del mio sangue.
Carne della mia carne.
E’ troppo presto per me esprimermi. Cercare di proferire qualcosa che abbia un senso. Su ciò che sei; su ciò che ha spinto quel beffardo e misterioso percorso lungo l’ispirazione della nostra separazione; su ciò che ha condotto la mia anima verso la comprensione assoluta della sofferenza: uno stato di coscienza che trascende sul senso materiale di ogni singolo elemento del dolore.
Non è ancora tempo per me di disegnare con le parole quella linea ininterrotta e assoluta del tuo sorriso. La mia passione per la scrittura non lambirà mai la perfezione del tuo sguardo. Al tuo cospetto, la banalità del mio misero essere mi devasta e non mi rende degno di avvicinarmi alla tua natura. Per questo cara sorella, nella dimensione più umile del pianto, io rubo una citazione dalla tua agendina: patrimonio sacro per il mio spirito.

Prima o poi arriva un tempo che parlare o stare muti è la stessa cosa. E allora è meglio starsi zitti1.

Vita della mia vita, anche se il tempo di starsi zitti non è ancora arrivato, perché sempre reclamerò quella giustizia che dovrà sgorgare, primo o poi, imperitura dalle tempie dell’essere umano, oggi è un giorno in cui sono costretto a dare pieno sfogo a questa tua trascrizione.
Non dirò nient’altro sorellina, ma voglio lasciarti con un’immagine che hai veicolato nella miopia del mio sguardo, per far sicuramente apparire questo giorno meno infausto e meschino. Anche se ingenuamente, all’inizio, avevo creduto di esserne stato io il naturale scopritore.
So benissimo che su questo spazio virtuale la politica non dovrebbe entrare, ma qui si tratta di te e di me, del tuo e del mio pensiero, del mio istinto verso la tua immacolata morale; verso il tuo illuminato intelletto. Di un’unione eterna che ci renderà immortali. Perché come mi hai insegnato, mio tesoro, la libertà nasce dal cuore, e ogni sua forma di repressione, dal cuore verrà annientata.

Buon compleanno, amore mio!

Il Che!
  1. Nuovo cinema paradiso – “Film” []

Obiettivo 1000 copie!

Obiettivo 1000 copie!Ok! Fugando un po’ di ciarpame intellettuale e cercando di fare pulizia tra i rottami della mente sono arrivato all’enucleazione di un obiettivo. William Blake diceva: “Se le porte della percezione venissero sgombrate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito“, bene, le porte della percezione non sono sgombre, magari lo fossero, ma ho il sospetto che la chiave abbia iniziato a girare nella toppa. Quando scrissi questo libro, un giorno darò spiegazioni sulla sua nascita, lo scopo fu quello di partecipare a un concorso letterario indetto da Giulio Perrone Editore, il quale mi ha insignito di qualche pubblicazione minore in passato, ovviamente se sono qui l’esito fu, ahimè, negativo. In palio c’era la pubblicazione del romanzo nelle collane della casa editrice e la tiratura garantita di 1000 copie. Quindi se riesco nello scopo di diffonderne 1000 copie, anche solo a livello virtuale, potrei ritenermi soddisfatto. Qualcuno potrebbe pensare che come soddisfazione sia alquanto magra, io lo ritengo un pensiero profondamente sciatto, credo invece che essere editore di se stessi sia stimolante e divertente al pari dello scrivere il libro stesso.

Le difficoltà che incontrerò per il raggiungimento di questo risultato si prospettano essere la vera sfida. Spero di riuscirci.

Riassumendo: raggiungere i 1000 download per ritenersi soddisfatti.

EXTRA:
Ho raccolto una serie di email disseminate sul mio account gmail, dopo una ferrea dieta sono riuscito a mettere insieme 120 contatti, basteranno per dare il via alla newsletter? Staremo a vedere.

In God Rock We Trust!

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