When J. came to play – Il secondo avvento

Forse è arrivato il tanto atteso salto quantico. “WHEN J. CAME TO PLAY“, tra qualche mese, sarà disponibile nelle migliori librerie del pianeta, grazie all’opera munifica dell’editore Arpeggio Libero e allo spirito libertario e combattivo di un grande uomo, mio amico. Furio Thot. E non lo dico di certo per piaggeria, ma perché se in questa valle di lacrime ci fossero più uomini come lui, si sorriderebbe di più.

When J. came to play - Arpeggio LiberoVorrei fare delle brevi considerazioni in merito. Questa splendida notizia arriva a ridosso di un evento doloroso. La settimana scorsa è venuto a mancare un mio carissimo amico, forse uno dei pochi che, oltre all’accezione, ne merita a pieno il titolo. È stato il primo, nella sfera delle amicizie, ad avere acquistato e letto il romanzo auto pubblicato sul sito ilmiolibro.
Avrei voluto scrivere qualcosa a riguardo, magari sul sito dell’Associazione, ma avevo le dita troppo consumate dal dolore per farlo. Tuttavia, in questi momenti di fragilità spirituale, spesso si fanno i conti con le proprie sensazioni. Si rimettono in gioco radicate credenze, e nonostante ci si sforzi di mantenere un profilo basso, per non lasciarsi ottundere dalla sofferenza, alcuni incastri, ritenuti visionari, d’un tratto trovano la loro perfetta collocazione nell’ordine delle cose.

Mi domando sovente quanto probabili siano le intrusioni e gli interventi in questo mondo, da parte di forze che operano di concerto nell’altra dimensione. I fili sono invisibili, è vero, ma pare proprio che in alcuni casi essi siano più tangibili che mai.

Che in questa storia ci sia lo zampino di mia sorella e di Giuseppe? Beh, considerate le circostanze, sono liberissimo di crederlo. E non per un mero fattore di necessità, ma per un’inevitabile unione di puntini. D’altronde ho sempre sospettato che in realtà i sogni, non fossero solo e semplicemente sogni.

Obiettivo 1000 copie!

Obiettivo 1000 copie!Ok! Fugando un po’ di ciarpame intellettuale e cercando di fare pulizia tra i rottami della mente sono arrivato all’enucleazione di un obiettivo. William Blake diceva: “Se le porte della percezione venissero sgombrate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito“, bene, le porte della percezione non sono sgombre, magari lo fossero, ma ho il sospetto che la chiave abbia iniziato a girare nella toppa. Quando scrissi questo libro, un giorno darò spiegazioni sulla sua nascita, lo scopo fu quello di partecipare a un concorso letterario indetto da Giulio Perrone Editore, il quale mi ha insignito di qualche pubblicazione minore in passato, ovviamente se sono qui l’esito fu, ahimè, negativo. In palio c’era la pubblicazione del romanzo nelle collane della casa editrice e la tiratura garantita di 1000 copie. Quindi se riesco nello scopo di diffonderne 1000 copie, anche solo a livello virtuale, potrei ritenermi soddisfatto. Qualcuno potrebbe pensare che come soddisfazione sia alquanto magra, io lo ritengo un pensiero profondamente sciatto, credo invece che essere editore di se stessi sia stimolante e divertente al pari dello scrivere il libro stesso.

Le difficoltà che incontrerò per il raggiungimento di questo risultato si prospettano essere la vera sfida. Spero di riuscirci.

Riassumendo: raggiungere i 1000 download per ritenersi soddisfatti.

EXTRA:
Ho raccolto una serie di email disseminate sul mio account gmail, dopo una ferrea dieta sono riuscito a mettere insieme 120 contatti, basteranno per dare il via alla newsletter? Staremo a vedere.

In God Rock We Trust!

Jay è su Twitter!

Joker

Bene! That’s all right very well, abbuffammece e nutell (cit.). L’esperimento prosegue. Ho provveduto a onorare Jay di una pagina su Twitter. La sua pagina ufficiale. La macchina divulgatrice sta prendendo forma. La questione non è tanto creare paginette di qua e di là, la questione è far aderire utenti (ah ma davvero? Starà dicendo qualcuno), e peggio ancora quella di invogliarli alla diffusione (azz, c’insiste! Dirà qualcun’altro). Per il momento non ne aprirò una ufficiale su Myspace, sfrutterò quella personale. Il punto è che perderei troppo tempo e sarebbe anche inutile, visto che maispeis (feis, speis, la fonetica è la stessa) lo trovo un tantino confusionario, tutti che vogliono promuovere il proprio prodotto figurarsi se pensano minimamente al tuo. D’altronde la magia sta tutta nel focalizzare l’obiettivo e sviluppare una strategia vincente. Ma se l’obiettivo ancora appare sfocato, figuriamoci che accozzaglia di pensieri improduttivi potrà essere la strategia.
Prossimo step: focalizzare l’obiettivo.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...