When J. came to play – Il secondo avvento

Forse è arrivato il tanto atteso salto quantico. “WHEN J. CAME TO PLAY“, tra qualche mese, sarà disponibile nelle migliori librerie del pianeta, grazie all’opera munifica dell’editore Arpeggio Libero e allo spirito libertario e combattivo di un grande uomo, mio amico. Furio Thot. E non lo dico di certo per piaggeria, ma perché se in questa valle di lacrime ci fossero più uomini come lui, si sorriderebbe di più.

When J. came to play - Arpeggio LiberoVorrei fare delle brevi considerazioni in merito. Questa splendida notizia arriva a ridosso di un evento doloroso. La settimana scorsa è venuto a mancare un mio carissimo amico, forse uno dei pochi che, oltre all’accezione, ne merita a pieno il titolo. È stato il primo, nella sfera delle amicizie, ad avere acquistato e letto il romanzo auto pubblicato sul sito ilmiolibro.
Avrei voluto scrivere qualcosa a riguardo, magari sul sito dell’Associazione, ma avevo le dita troppo consumate dal dolore per farlo. Tuttavia, in questi momenti di fragilità spirituale, spesso si fanno i conti con le proprie sensazioni. Si rimettono in gioco radicate credenze, e nonostante ci si sforzi di mantenere un profilo basso, per non lasciarsi ottundere dalla sofferenza, alcuni incastri, ritenuti visionari, d’un tratto trovano la loro perfetta collocazione nell’ordine delle cose.

Mi domando sovente quanto probabili siano le intrusioni e gli interventi in questo mondo, da parte di forze che operano di concerto nell’altra dimensione. I fili sono invisibili, è vero, ma pare proprio che in alcuni casi essi siano più tangibili che mai.

Che in questa storia ci sia lo zampino di mia sorella e di Giuseppe? Beh, considerate le circostanze, sono liberissimo di crederlo. E non per un mero fattore di necessità, ma per un’inevitabile unione di puntini. D’altronde ho sempre sospettato che in realtà i sogni, non fossero solo e semplicemente sogni.

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