Sull’aratro Open Source

Il femore tecnologico

Spesso ci si chiede se la tecnologia sia sempre cosa saggia e buona. In effetti lo è. La tecnologia è sempre cosa saggia e buona. Ciò che lo è di meno è l’uso che di tale tecnologia si fa. Prendiamo il vino ad esempio, è una biotecnologia che permette la conservazione dell’uva. Il vino è buono, il suo sapore è accattivante, il suo profumo risveglia i sensi, i greci lo consideravano il sangue della terra, ma se perdiamo il controllo su di esso lo stato delle cose si capovolgerà e sarà il vino a controllarci. Bastano un paio di bottiglie di vino al giorno per renderne schiavo il singolo, che rimarrà comunque schiavitù limitata a se stessa. Ma se vogliamo assistere alla schiavizzazione di un intero popolo allora bisogna spingersi oltre: la tecnologia, dalle sembianze tanto utili e innocue, deve cadere nelle mani sbagliate. Realizzato questo presupposto il popolo sarà sottomesso a tempo indeterminato.

Alcuni sociologi imputano all’aratro il matrix precursore dell’odierno imperialismo capitalista, tralasciando furbescamente l’ingrediente essenziale che ha permesso l’immondo scenario attuale: l’avidità.
L’aratro permise di velocizzare il lavoro nei campi e di conseguenza consentì l’accumulo di scorte che via via divennero il fiore all’occhiello dell’attuale sistema economico mondiale. Ma non fu tanto l’eccedenza del bene prodotto a modificare le dinamiche economiche di quei tempi (progredite fino a oggi) quanto il fatto che quel tipo di tecnologia fosse essenzialmente chiusa; blindata; closed source. Questo aspetto fondamentale permise a una ristretta elìte di monitorarne gli accessi e di creare le condizioni affinché i pochi controllassero i molti.
Immaginiamo per un istante se il codice sorgente dell’aratro fosse stato aperto (open source) e accessibile a tutti i contadini dell’epoca. Ne avrebbero migliorato lo sviluppo e la distribuzione, ognuno di loro se ne sarebbe potuto permettere uno, in quanto parte integrante ed edificante di quel processo evolutivo, di conseguenza non sarebbero esistite eccedenze tali da permettere al singolo lo strapotere e il monopolio finanziario che attivò la sottomissione del popolo. La produzione sarebbe stata equa e distribuita in modo altrettanto onesta. In parole povere se l’aratro fosse stato open source oggi non sarebbe esistita di certo la Monsanto che a tutti i costi vuole ingozzarci di sementi transgeniche.

Dalla notte dei tempi il male ha sempre cercato di impadronirsi della tecnologia, le sequenze iniziali di “2001 odissea nello spazio”1 ne sono un esempio lampante. Quando la scimmia comprende che con quel femore tecnologico avrebbe potuto appropriarsi di ogni stagno presente sul pianeta, sul suo volto viene a plasmarsi un ghigno machiavellico (tutt’ora presente sulla faccia dell’elìte) perché consapevole di essere la sola e unica detentrice di quel tipo di informazione.
E’ per queste ragioni che Windows è il male, come lo è Macinstosh, e come lo sono tutte le tecnologie chiuse che mai ci faranno sapere in che mondo trattano i dati delle nostre carte di credito o quali sono i principi attivi che ci iniettano nelle vene. Fin quando ignoreremo il loro funzionamento di base saremo sempre e costantemente controllati; usati come bestiame nelle loro mani viziose e sanguinarie.

Il mondo ci ha donato personaggi come Albert Bruce Sabin che con le loro scoperte open source hanno migliorato la vita di molte persone, ma principalmente hanno salvato quella di tanti bambini. L’essenza di Albert Bruce Sabin si trova nel codice sorgente di Linux, ed è per questo che oggi come oggi le nostre coscienze devono uscire dal torpore di coma farmacologico prodotto dall’assunzione programmata di anni e anni di codice proprietario.
E’ inutile scendere nelle piazze a reclamare diritti, fino a quando sui computer di tutto il mondo non sarà installato un sistema operativo GNU/Linux, saremo sempre schiavizzati e sottomessi, perché non avremo raggiunto quell’evoluzione culturale tale da renderci padroni e consapevoli delle nostre scelte.

PER IL MOMENTO, ANCHE SE NON HAI LINUX INSTALLATO SUL TUO PC, FIRMA QUESTA PETIZIONE!

E MANDA IL TUO GRIDO DI PROTESTA ALL’AGCOM!

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  1. Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno []

2 thoughts on “Sull’aratro Open Source

  1. Cos’altro aggiungere ad una disamina tanto sincera, arguta ed eloquente?
    Solo un invito, a chi passa di qui e non è linux-equipaggiato: non siate pigri, informatevi e fate un piccolo cambiamento nella vostra vita. Passare ad un sistema operativo come Linux vuol dire anche aiutare l’ambiente! E’ inutile firmare le petizioni contro i rifiuti elettronici se siamo i primi a produrli…!

  2. Figurati che mio cugino David di 13 anni, proprio qualche giorno fa, è riuscito a installarsi tutto solo soletto il suo Ubuntu Studio. Eh! Queste si che sono soddisfazioni 🙂

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