Fedora 17 Gnome 3: ancora Skype, ancora Webcam!

Il problema del riconoscimento della webcam su Skype ha rotto un po’ i maroni. Visto i precedenti articoli sul topolino: squit 1, squit 2, vediamo come far andare questa maledetta webcam anche in ambiente Gnome3.
Semplicissimo!  Qualcuno ha detto di utilizzare Alacarte, ma a me Alacarte non si avvia. E perché non si avvia? Direte voi! Non lo so. In ogni modo, senza approfondire troppo questioni scomode che sarebbe meglio non approfondire per non rischiare di fare la fine di Piero Angela, passiamo ai fatti. Premiamo Alt+F2 e diamo un bel:

beesu nautilus...

a proposito, se non avete installato beesu, installatelo:

sudo yum install beesu

quindi, Alt+F2 e:

beesu nautilus /usr/share/applications/

diamo invio, inseriamo la password e andiamo a cercare l’icona di Skype. Una volta trovata, con il destro del mouse clicchiamo su Proprietà.

Icona Skype

Si aprirà una finestra dove in Comando inseriremo:

env LD_PRELOAD=/usr/lib/libv4l/v4l1compat.so /usr/bin/skype

e chiudiamo. Fatto!

Skype Proprietà

Con questa pezza la vostra webcam dovrebbe andare.

Skype  Webcam

Si ma se potete evitare, evitate! Skype è di Microzozz, e come tutte le cose zozz, puzz! Io non lo uso mai, mi diverto solo a fare andare la webcam, per dimostrare a me stesso e agli altri che se io posso cambiare e voi potete cambiare, allora anche Emilio Fede può cambiare.

Adieu mes amis!

Fedora 17: non so se beefy… ma miracle sicuro!

Dopo anni di utilizzo incondizionato di Gnu/Linux, eliminando dal mio karma fino all’ultima fottutissima tossina di windo(wn)s, mi sono deciso a provare OpenSuse. Che dire! La prima impressione che si ha è quella di avere sotto mano un animale stabilissimo, ma aggiungerei anche pesantissimo… vabbè pesante. Più che geco mi è parso un Drago di Comodo, in compenso la sensazione di solidità è assoluta. Io non sono mai stato su un carro armato, ma le persone che ci sono state più o meno devono essersi sentite così; come su OpenSuse. Yast è uno strumento eccezionale, ci fai di tutto, anche la paella «Por favor!».  A essere sincero l’ho beccato in un momento di letargo; i repository facevano fatica a sincronizzarsi e mi ha fatto penare un pochino con gli aggiornamenti e l’aggiunta di repo esterni. Ma è tornato stabile subito dopo le presidenziali francesi. Anche zypper non ci scherza per niente, mi è sembrato abbastanza cazzuto:

# zypper ref && zypper up && zypper dup  (per aggiornare il sistema)

Beefy Miracle

Ma io sono una creatura instabile, molto instabile,  peggio dell’eurozona, ragion per cui dopo neanche una settimana l’ho piallata e ho messo su la tanto attesa Fedora 17.  Diamine ragazzi! Una botta da discoteca (cit.) Il rilascio ufficiale avverrà tra una decina di giorni, ma qui già siamo in una condizione di belvosità assoluta. È tosta, parecchio tosta, e a differenza della 16, che sotto sforzo mi ha crashato più di una volta, questa versione spacca il culo ai passeri: avvio più veloce; consumo di risorse sotto i limiti consentiti dalla legge, fluidità, stabilità, splendidità, softwarosità e Boom Boom Mancini. Insomma, questo è spettacolo!  No quell’organismo impazzito di Ubuntu. Non me ne vogliano i fan boy, ma anche io come Dio non gioco ai dadi, e non credo nelle coincidenze (cit.). Ubuntu è stata la mia compagna per tanto tempo, mi ha aiutato a smettere, a disintossicarmi, e la ringrazio, perché mi ha dato modo di conoscere le altre. Oggi, però, è divenuta “quasi” un’offesa per noantri che ci identifichiamo nell’unica filosofia in grado di cambiare il mondo. Ovviamente è solo un mio modesto parere.

Mobbasta!

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